Sexy shop.
Barcellona.
Entra un cliente, che identifico come turista italiano, perché mi saluta con un “Ciao”, che qui si usa solo quando si va via e quindi gli dico: “Ciao, se ti posso aiutare in qualcosa dimmi pure.”
ed inizia il dramma…
“Ah, parli italiano! perfetto, cercavo un gel intimo.”
“Ok… immagino ti riferisca a un lubrificante, giusto?”
“Cerco un gel intimo.”
Sapendo che spesso i clienti non hanno chiaro quello che cercano, gli chiedo: “Ok, gel intimo è un po’ vago… vorresti un lubrificante per favorire la penetrazione o un gel stimolante per aggiungere sensibilità o qualche effetto come fresco o calore?”
“Boh, voglio un gel intimo.”
Provo a semplificare: “Ok… provo a spiegarmi meglio: ti serve affinché entri meglio il pene… o per sentire di più?”
Con tono quasi infastidito, mi risponde: “Cerco un gel intimo NORMALE.”
Capendo che continuare a cercare di capire cosa voglia non mi porterà a nulla, gli chiedo con tono squillante: “Perfetto! Uno piccolo da 60ml, che magari puoi mettere in valigia o uno da 150ml?”
“Uno normale!”
Estenuato, prendo il lubrificante più costoso che vendiamo, andiamo alla cassa, paga e mi saluta, dicendomi che parlo bene italiano (probabilmente l’idea che un italiano viva a Barcellona non lo ha nemmeno sfiorato, eppure siamo la comunità straniera più numerosa qui).
Mi sono sentito svuotato cerebralmente e il fatto che lavori a percentuale non mi ha sollevato il morale.