Banco pasticceria di GDO e cliente che, ovviamente non considera nemmeno le linee di sicurezza poste a terra per il virus.

“Salve, vorrei sapere quanto viene quella torta lí.”, indicando una millefoglie per 10-12 persone.
“Buongiorno signora, gliela peso subito…viene 18,90!”
“Ah, ma io non voglio quella torta li. Non la voglio la millefoglie, voglio una torta morbida. Io voglio una torta grande come quella lì, però doppia! Cioè, una così, e un altra affianco, però unite! Non due, una doppia!
È possibile ordinarla per domani?”

Respiro e rimetto giù la torta in banco.
“Si, signora. Ho capito, una torta grande. Per quante persone circa? Adesso sento il mio collega pasticcere se è disponibile per il lavoro.”
“Per 10 persone. Beh, ma ovvio che potrà farmela, lavoro nella ristorazione, so come funzionano le cose.”

Il pasticcere mi dà l’ok, quindi dopo non poca fatica e con la mia collega nascosta dietro il muro che si faceva grasse risate e scimmiottava per la situazione ridicola, la signora opta per una torta con farcitura alla chantilly e panna come decorazione esterna.

“Vuole una scritta sulla torta?”
“Buon compleanno anna @4 e mara@2.”
Per spiegarmi come si scrivesse il nome Anna, con le sue belle dita lustre e scintillanti perché lei lavora in ristorazione, si è presa anche la premura di scriverlo sul vetro del bancone.
Il pasticcere, sentendo il tutto, interviene prima di me dicendo che la cialda è molto piccola per scrivere tutto ciò.

“Allora fammi due torte!”
“Due da 5 o due da 10?”
“Due da 10!”
“Ok, quindi ricapitolando: due torte con crema chantilly e panna sopra, giusto?”
“no, io non voglio tutte e due le torte farcite uguali! Nell’altra voglio il cioccolato. Ti sembra il caso di farle uguali?!”
Indicando il pasticcere, aggiunge:
“Vieni tu a prendermi l’ordine! Che la signora qui non è capace!”

A quel punto ho dovuto mollare tutto al mio caro pasticcere, che di mestiere non prende gli ordini, e andare sul retro.