Ditta di serramenti.
Ore 10.00, squilla il telefono.
Rispondo con la mia voce più professionale:
— “Pronto?”
Dall’altra parte, tono imperioso:
— “Pronto, sono la signora di Milano, quando viene da me?”
Io resto un attimo interdetto.
— “Buongiorno… posso sapere il suo nome?”
— “Sono la signora di Milano! Due settimane fa doveva venire a casa mia a fare un sopralluogo e non è venuto.”
Io cerco di restare calmo, anche se la mia agenda mentale non registra alcuna “signora di Milano”:
— “Mi può dire per favore il suo nome?”
Lei, con la pazienza che si sta già esaurendo:
— “Ma lei è quello che mi ha montato le porte interne! Doveva venire a prendere le misure delle finestre e non è più venuto!”
A quel punto, respiro profondamente e provo a spiegare:
— “Signora, se non mi dice il nome io non so chi è e non so cosa dirle. Inoltre non mi risulta di aver saltato un appuntamento.”
Boom. Parte il controattacco:
— “Senta, non sono rimbambita! Ce l’ho scritto qui, nero su bianco, che lei doveva venire a prendere le misure!”
Io, ormai rassegnato:
— “Sì, ok, ma non so chi è lei…”
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