Era una giornata tranquilla, di quelle che quasi ti fanno pensare “ok, oggi non succede nulla di strano”. Pochi clienti, nessun problema particolare, zero scenate.
Poi, eccola: entra una cliente che non avevo mai visto prima. Tiene in mano un pad della Nintendo Switch, lo stringe come se fosse una prova schiacciante in un processo. Saluta in fretta e, ancor prima che possa risponderle, mi informa che entro un’ora dovranno partire, lei e il figlio. “Quindi non abbiamo tempo da perdere”, dice.
Parte subito all’attacco:
— “Sono già venuta settimana scorsa a cambiare il pad difettoso. Me lo avete sostituito, e ora non va già più. Possibile che vendiate oggetti difettati? Ho speso 300 euro per questo coso!”
Cerco di capire:
— “Qual è il problema esatto?”
La risposta arriva secca:
— “Un tasto si è incastrato, non funziona niente. Mio figlio non può giocare.”
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