Ogni tanto, se serve, vado a dare una mano ai genitori di una mia cara amica nel loro bar. Questa mattina è uno di quei giorni – gli altri bar del paese sono chiusi e da loro c’è il pienone.
Stamattina arriva questa coppia sulla sessantina, gentili, simpatici, ordinano la colazione, gliela porto al tavolo e fin qui tutto bene.
Dopo una ventina di minuti ripasso per chiedere se potevo portare via le tazzine. Il marito mi dà l’ok ma la moglie ancora non aveva finito il suo cappuccino, quindi le dico che sarei ripassato.
Mentre mi allontano per tornare al bar, il marito mi piazza in mano il suo pacchetto di sigarette vuoto e mi chiede, velatamente, di buttarlo al posto suo. E vabbè, fin qui niente di male.
Dopo un’altra mezz’ora, durante la quale avevano iniziato a chiacchierare con una cliente abituale, il marito mi ferma di nuovo mentre stavo andando a prendere un ordine. La conversazione è andata così:
“Mi scusi giovanotto, le devo chiedere un favore”.
“Mi dica pure”.
“Lei dovrebbe, gentilmente, trovarmi una sigaretta”.
“Guardi, non saprei neanche a chi chiedere, io non fumo e credo che anche i proprietari non fumino”.
“Ah guardi, a me non interessa, chieda anche ad altri (sottinteso clienti), l’importante è che mi trovi una sigaretta”.
Lì interviene la cliente abituale che, vista la mia difficoltà, esordisce con:
“Guardi, se mi dà 5 minuti, devo andare a prenderle e le offro una delle mie sigarette”.
Il signore imperterrito: “Ma no, non si preoccupi, ci pensa il ragazzo adesso a trovarmene una”.
Lì la cliente lo stronca: “Il ragazzo ha da fare, se mi dà 5 minuti, vado e torno e le do una delle mie sigarette”.
Io guardo la cliente abituale con l’ammirazione di un bambino che vede SuperMan.

La moglie guarda il marito più basita di me.


Io boh, ma i clienti mah…