Lisa, commessa di una nota catena di prodotti per la casa e di bellezza, in questi ultimi tempi considerata “essenziale”.

Si potrebbe pensare che i giovani non dovrebbero lamentarsi, sono forti e possono (e devono) sopportare di più.
Ma a volte questo peso è difficile da portare.
Anche io ho una famiglia a casa, con i miei genitori oltretutto cagionevoli di salute.

Anche io ho delle responsabilità all’infuori del lavoro che vorrei portare avanti con tranquillità, senza la ricorrente ansia per qualsiasi cosa.
Anche io, come molti di voi, mi alzo al mattino con la speranza che la giornata finisca presto, perché sono stanca di essere a rischio.
Stanca di tornare a casa la sera e piangere dal nervosismo.
Stanca di sentirmi addosso quel peso “dell’essere essenziale”, perché non lo sento mio.

Spero spesso che chi di dovere si metta una mano sulla coscienza e pensi primariamente ai dipendenti di aziende non così fondamentali per la vita di questo Paese, lo penso ogni giorno.
Ma ogni giorno si ripete, con l’ansia, il nervosismo e l’angoscia.
Se questo è il sentimento di noi commessi, non oso pensare a chi salva davvero le vite.
Spero che tutto finisca presto.

Un abbraccio.