Allora lei, praticamente urlando:
“No, io voglio un frullino! Mio marito mi ha detto che devo comprare un frullino!”
“Gentilmente, posso parlare con suo marito? Perché così mi dispiace ma non riesco ad aiutarla…”
Prende il cellulare e, dopo aver smanettato per una quantità di tempo che da X tende ad infinito, fa una telefonata, urlando:
“Pino! Il commesso non sa cos’è un frullino!”
E mi passa il telefono:
(capra! capra! capra! Ignorante!)
“Buongiorno signor Pino, la signora mi ha chiesto un frullino, ma si possono intendere tante cose. Deve frullare, tritare, sbattere le uova?”
In una lingua aliena, traduco tutto ciò che ho capito in 3 minuti di sbraiti:
“Commesso? Culo? Frullino? Disco! Levigare!”
“La ringrazio davvero per la sua educazione, capisco poco il genovese. Comunque sono un ex artigiano, so bene cos’è un frullino. Ma noi non lo vendiamo, vendiamo principalmente articoli da cucina e per la pulizia della casa”