Mattina, mercato pieno, fila davanti al banco, io che cerco di gestire clienti, ceste, richieste assurde e cassettine che si svuotano più in fretta del cervello di certi individui.
Arriva una signora, aria da “io vado solo al bio”.
Mi squadra le zucchine, tocca le pesche, guarda i pomodori come se dovessero passarle l’esame di maturità.
Poi prende un limone. Uno solo. Lo alza verso il sole tipo Simba nel Re Leone e mi fa:
“Scusi… ma questo è naturale o trattato?”
Rispondo paziente:
“Signora, tutti i nostri limoni sono italiani, non trattati in superficie, può usarne anche la scorza.”
Lei lo rigira tra le mani, sospira e mi guarda storto.
“Eh… ma come faccio a fidarmi? Lo dice lei…”
“Lo dico io, sì, perché vendo frutta da vent’anni e non ho mai avvelenato nessuno.”
Lei non ride. Anzi. Mi guarda come se avessi appena ammesso di avvelenare la gente davvero.
Poi parte in quarta.
“E comunque, anche se fosse vero, io non capisco perché la frutta biologica costa così tanto. Eh? Me lo spiega? È uno scandalo! Per me è tutta una truffa. A casa mia gli alberi facevano tutto da soli. Senza pagare!”
A quel punto ho contato mentalmente fino a 10.000.
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