Lavoro in un negozio di souvenir in centro a Firenze, a due passi dal Duomo. Vendo di tutto: magneti con il David, tazze con la faccia di Dante, grembiuli con il corpo del David nudo (sempre molto apprezzati dai turisti inglesi, chissà perché).
Anni 80, entra un ragazzino giapponese, sembrava avere tipo 10 anni. Solo. Nessun genitore in vista. Pensa subito al peggio, invece mi avvicino e lui, in un italiano timidissimo, mi dice:
“Mi dai… regalo… nonna.”
Gli sorrido, lo accompagno verso i peluche dei Pinocchio di legno, quelli piccoli con il naso flessibile. Ne prende uno, lo guarda per un minuto, poi dice:
“Questo. Lei… ama bugie simpatiche.”
Mi ha fatto ridere, ma c’era anche qualcosa di tenerissimo nel modo in cui lo diceva.
Gli dico il prezzo (tipo 3 euro, però in lire), lui tira fuori una manciata di monetine tutte mescolate: yen, lire, una graffetta. Ci guardiamo.
Io prendo la graffetta, gliela ridò, e gli dico:
“Oggi è in sconto speciale per le nonne.”
Commenti recenti