Sì ma io ho solo un fastidio al ginocchio. Una controllatina e via. Che ci vuole? Io mica sto male davvero.

Perfetto. Lo ammette da solo.
Compilo, lo registro, lo invito ad accomodarsi.
Dieci minuti dopo è di nuovo lì, impaziente.

Senta, quanto manca? Mia moglie mi aspetta a cena, non posso stare qui due ore.

Signore, il personale sanitario sta valutando i pazienti in base all’urgenza. Ci sono diversi casi prima del suo, le assicuro che verrà chiamato appena possibile.

Ma io sono arrivato prima di quella là!
Indica una ragazza in carrozzina, con flebo attaccata e occhi chiusi.

Capisco, ma qui non funziona a ordine di arrivo. La precedenza è stabilita in base alla gravità clinica. È il sistema sanitario, non la fila del panificio.

Lui sbuffa, si risiede.
Ma continua a guardarmi come se fossi io a decidere chi vive e chi aspetta.