Gentile Sig. Mario,
la ringrazio per la mail in cui mi allega la foto di uno scontrino del 2019, dicendomi che “forse può portarlo in detrazione, almeno moralmente”.
Apprezzo l’iniziativa.
La fiscalità italiana, tuttavia, non riconosce ancora il concetto di “spesa emotiva”.
Vorrei inoltre rispondere ai punti chiave della nostra ultima telefonata:
“Ma se pago in contanti, poi non serve la fattura, giusto?”
No, non è giusto.
La fattura serve sempre, non solo quando si è pagato “con un’app”.
Lo Stato non accetta ancora il baratto né l’accordo verbale tra gentiluomini.
“Ma i contanti li ho dichiarati con lo scontrino.”
Lo scontrino non è una confessione scritta. È solo uno scontrino.
E non ha potere giuridico retroattivo se ritrovato dentro il cruscotto.
“Mi fa una consulenza veloce al volo? Così gliela pago… l’anno prossimo.”
La ringrazio per la fiducia differita.
Ma no.
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