Oggi mi arriva questo signore, sarà stato sui 50, entra in studio già sbuffando tipo toro da corrida. Mi guarda e fa:
“Ah, sei tu la fisioterapista? Ma non c’è un uomo?”
Io lo guardo un secondo, sorrido e rispondo:
“No, oggi ci sono solo io.”
E lui:
“Eh vabbè, speriamo che almeno le mani siano forti. Non mi piace farmi toccare da una donna, di solito.”
Giuro, mi sono morsa la lingua. Respiro, lo faccio accomodare, gli chiedo cos’ha. Mi dice che ha mal di schiena “da quando ha fatto uno sforzo con la legna” ma che “i medici sono tutti incompetenti” e che “ha risolto più roba con l’aceto che con gli antidolorifici”.
Durante il trattamento si lamentava che “la stanza è troppo calda”, poi che “è troppo fredda”, poi che “il lettino è duro”, poi che “le mani delle donne sono troppo leggere”, e poi… e poi…
Alla fine, appena finisco, si alza, si guarda allo specchio e fa:
“Beh dai, mi sento un po’ meglio. Ma forse era solo suggestione.”
E quando gli porgo la ricevuta mi dice:
“Ah, ma pensavo fosse gratis! Pensavo fosse tipo una prova.”
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