Oggi vi racconto una cosa che… boh, ancora ci sto ripensando e non capisco se ridere o piangere.

Mi scrive un tipo su LinkedIn, nome altisonante tipo “Digital Strategy Advisor & Innovation Evangelist”, con la foto profilo fatta chiaramente nel 2007, filtro seppia incluso.
Mi dice che ha un “progettino smart da realizzare ASAP” e cerca un programmatore “pragmatico, dinamico e con visione d’insieme”.
Io, che sono nella fase “non si butta via niente”, gli rispondo.

Ci sentiamo su Zoom. Lui attacca così, testuale:

> “Allora guarda, l’idea è semplice. Vorrei un sistema di login, ma tipo quelli veri, tipo Netflix. Però anche Amazon, ecco. Con impronta, faccia, magari voce. Ah e anche qualcosa di intelligente che capisce se uno sta provando a fare il furbo. Sai, tipo l’intelligenza artificiale.”

Io cerco di restare serio, faccio un cenno col capo come a dire “sì sì, ti seguo”. Poi gli chiedo:
“Perfetto, quindi partiamo da zero? Hai già una piattaforma, un’app, un sito?”
E lui:
“No no, c’è già tutto! Il sito l’ha fatto mio nipote, è in WordPress. Anno 2015, ancora tiene botta!”