Ciao,
faccio la cameriera stagionale alle sagre, alle feste, dove c’è da spingere vassoi e sorrisi anche se ti fanno male i piedi.
Ieri sera ero a una festa della birra abbastanza grossa, piena di tavoloni, panche traballanti, cori e schiuma ovunque.
Tutto regolare, fino a un certo punto.

C’era un gruppo di quattro uomini sulla cinquantina.
Già al secondo giro di boccali avevano cominciato con i complimenti “simpatici”.
Al terzo giro, erano diventati fastidiosi.
Al quarto, uno mi fa, con la bocca troppo vicina e le parole troppo lente:

“Perché non sorridi mai? Con quella bocca lì dovresti fare un mestiere migliore.”

Mi si è gelato il vassoio in mano.
Li ignoro, vado avanti, cerco di non reagire, perché “non ne vale la pena”.
Classico.

Ma tre tavoli più in là c’erano loro.
Quattro alpini.
Cappello, barba, occhi lucidi ma svegli.
Mi avevano già sorriso quando servivo vicino, uno mi aveva anche chiesto se avevo bisogno d’acqua.
Li ho visti alzarsi.
Non hanno fatto casino, non hanno urlato.

Sono andati al tavolo dei quattro “signori”, e uno ha detto:

“Abbiamo sentito.
Se volete fare gli uomini, cominciate a comportarvi da tali.
Se no, bevete e tacete. Che lei lavora, voi no.”