Perché poi ho visto uno che si sedeva da solo.
Ha poggiato la pinta sul tavolo.
L’ha guardata come si guarda una cosa che non vuoi rovinare.
E ha sorriso.
Piano.
Come chi sa che non c’è niente da correggere, oggi.
Né nella birra, né nella vita.
E in quel momento, mentre riempivo un altro bicchiere, ho pensato:
Io non faccio birre perfette.
Faccio birre vive.
Chi cerca altro, può sempre passare oltre.
Chi resta…
beve un pezzo di tempo che non torna più.
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