«Fra.
Te lo devo dire.
Te lo devo raccontare sennò vado in iperglicemia passiva.

Allora oggi, ore 11:20, entra questo signore, cinquanta e qualcosa, vestito tipo “vado a fare due commissioni ma sono superiore a tutti”.
Cammina piano, si guarda attorno come se cercasse il Santo Graal nascosto tra i torroncini.
Io gli dico buongiorno, mi guarda e fa:

“Buongiorno… se lo dice lei.”

Vabbè.
Già lì capisco il tono.

Poi si avvicina al banco e chiede se abbiamo cioccolatini “con ripieno, ma non troppo ripieni”.
Gli chiedo: cosa intende?

“Ripieni al punto giusto. Né vuoti, né invadenti.
Devo regalarli a una persona difficile.”

Fra, SEI TU la persona difficile.
Non lo dico. Lo penso.

Gli mostro tre tipi.
Li annusa, uno lo tocca col dito sopra il vetro (grazie eh) e fa:

“Questo sembra arrogante.”
Non sto scherzando. Ha detto arrogante. Di un cioccolatino.

Alla fine ne sceglie dodici, li vuole messi “in ordine crescente di carattere”.
Chiedo conferma, lui:

“Lei è giovane, non capisce. L’ordine racconta la persona.”