Oggi è il 13esimo giorno consecutivo sopra i 34 gradi.
E io sono diventato il confessore climatico della città.
Reparto climatizzatori, ore 10:22:
entra un signore, sudato ma elegante, e mi fa:
“Cerco un condizionatore che rinfreschi, ma non freddi.
Che tolga l’umido, ma lasci un po’ di umanità.
Che consumi poco, ma funzioni forte.
E se può, anche che purifichi.
L’aria. Ma anche un po’ l’atmosfera in casa.
Sa, mia moglie è nervosa.”
Gli dico che possiamo valutare un inverter con funzione deumidificatore.
Mi guarda perplesso e risponde:
“No, no. Io voglio qualcosa che senta quando ho caldo.
Ma senza telecomando. Deve capire.”
Gli spiego che esistono i sensori, i timer, le app.
Mi dice:
“App?
No no.
Io non voglio che il condizionatore mi ascolti.”
Dopo 20 minuti a parlare di flussi, rumorosità e BTU,
mi guarda e fa:
“Ma quindi se io lo accendo… funziona subito?”
Rispondo:
“Sì. Come una luce.”
Mi guarda male.
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