Ciao, vi leggo sempre, e finalmente vi scrivo anche io.
Lavoro da anni in un negozio specializzato in decorazioni per feste, ma è a ottobre che si scatena il delirio: Halloween.
Non so se sia l’aria autunnale, l’effetto zucche o la luna piena, ma da metà mese in poi entrano solo due tipi di persone:
i genitori stressati che devono trovare “qualcosa di originale” per la festa della scuola,
e gli adulti convinti che Halloween sia tipo il nuovo Carnevale di Venezia.
Con tanto di mantelli glitterati, zanne in ceramica e lenti a contatto demoniache.
Ma l’anno scorso ho avuto il cliente definitivo.
Signore sulla cinquantina, molto distinto, giacca e cravatta.
Mi chiede se abbiamo “decorazioni eleganti per un party di Halloween”.
Gli mostro qualche candelabro gotico, ragnatele finte, teschi dorati…
Lui guarda tutto, poi mi fa:
“Senta, io vorrei una cosa sobria. Funerea. Che faccia effetto. Ma senza esagerare.”
“Va bene… tipo?”
“Tipo… qualcosa che ricordi un funerale vero, ma con classe.”
Mi blocco. Cerco di non ridere. Gli mostro una lapide finta con la scritta “Qui giace il party più noioso del secolo”.
Lui serissimo:
“Ottimo. Se ne ha sette, le prendo. Metterò un lumino davanti a ciascuna.”
Alla fine è uscito con un carrello pieno di decorazioni tra il barocco e l’ossario.
Poco dopo, ho visto su Instagram che aveva trasformato il suo salotto in una cripta.
Il post? “Grazie al mio negozio di fiducia per aver capito il concetto.”
Ci ha pure taggati.
Io sono ancora lì che penso:
“Abbiamo creato un mostro. Ma di quelli raffinati.”
– Luca, che ha paura più dei clienti che dei fantasmi.
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