Faccio pulizie in uffici da una vita. Entro quando escono tutti, vado via quando non è ancora arrivato nessuno. Sembro un fantasma col mocio.
Ma oh, il fantasma vede. E trova. E a volte… non vorrebbe.
Ecco qualche chicca che ho trovato negli anni:
Un toast intero nel cestino della carta, ancora caldo. Immagino abbiano sbagliato cestino, ma pure così, insomma… che spreco.
Una Barbie completamente smontata in una sala riunioni. Senza battute, non c’erano bambini in quell’ufficio. Solo manager. E la Barbie sembrava arrabbiata.
Un post-it con scritto “Ricorda di buttare questo post-it”. E ovviamente era ancora lì dopo settimane.
Un paio di mutande sotto la scrivania. Nessuno ha voluto saperne di chi fossero. Io nemmeno. Le ho raccolte con due guanti, tre sacchetti e una preghiera.
Un bonsai morto con tanto di biglietto: “Non mollare proprio adesso”. L’ho tenuto sul mio balcone per 3 mesi. Non è tornato. Ma almeno ci ho provato.
Una banana scolpita. Letteralmente: uno aveva inciso nella buccia la faccia di un collega. Dettagli inquietanti, pure le sopracciglia.
Una bottiglia d’acqua piena… di puntine da disegno. Non chiedetemi perché. Ogni volta che la guardavo mi veniva voglia di chiamare un esorcista.
Una sedia girevole legata alla stampante con dello spago. Sembrava un piano di fuga, o un’installazione artistica. Nessuna spiegazione lasciata.
Un libro dal titolo “Come gestire la rabbia”… con una pagina strappata a metà. Coincidenze? Non credo.
Un biglietto scritto con calligrafia da thriller: “Non è finita qui.” Era sul microonde. Il microonde, ve lo giuro, faceva rumori strani.
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