Ciao, mi chiamo Silvia e lavoro da remoto da un paio d’anni. Non sono una commessa, non ho clienti in faccia, non servo caffè e non devo fare pacchi.
Ma lavoro, giuro.
Eppure, ogni volta che lo dico a qualcuno, parte la sequenza di frasi da bingo:
– “Beata te, lavori quando vuoi.”
– “Dai, ma quindi se ti svegli alle undici va bene lo stesso?”
– “Che culo, sei sempre a casa!”
La realtà?
Ore su ore davanti a uno schermo, riunioni con gente che non hai mai visto dal vivo, colleghi che ti mandano messaggi vocali di 4 minuti per dirti una cosa che potevano scrivere in 8 parole. E poi i rumoristi domestici: il vicino col trapano alle 9 di lunedì, il cane che abbaia mentre parli con l’amministratore delegato, il corriere che suona e ti lascia in mutande davanti alla porta (letteralmente).
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