Io, imbarazzato, provo a svegliarla piano. Niente. Più la tocco sulla spalla, più lei si gira di lato come fosse nel letto di casa. A quel punto lui, con la calma di chi è abituato, mi dice: “Se mi fa un caffè, intanto aspetto. Succede anche al cinema, in chiesa, una volta perfino in tangenziale.”
Passano almeno dieci minuti prima che lei si svegli da sola. Si guarda attorno confusa, poi mi fa: “Eh, ma questo è troppo comodo. Se lo compro non mi alzo più.”
Sorridendo, aggiunge: “Ci penso su. Magari torno… se mi sveglio.”
E se ne sono andati. Lui mi ha fatto l’occhiolino e ha detto solo: “Buona fortuna per la prossima coppia.”
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