Da allora ho iniziato a fare attenzione. A fine giugno, controllo sempre che ci siano cornici simili a quelle che ha scelto negli anni precedenti. Una volta ne ho tenuta una da parte, solo per sicurezza.
Quest’anno è tornata come sempre. Ma stavolta aveva i capelli più corti. E un’espressione diversa, un po’ stanca. Quando mi ha vista, mi ha detto solo:
– “Ci sono venuta tardi quest’anno, mi scusi.”
Le ho detto che non c’era niente da scusare. Che le cornici la stavano aspettando.
Mentre incartavo, ho aggiunto un nastrino lilla, lo stesso colore della prima cornice che prese. Non ha detto niente, ma ha sorriso. Un sorriso pieno. Forse riconoscente, o forse solo stanco. Non lo so.
Quando è uscita, mi sono accorta che quel gesto semplice – scegliere una cornice ogni anno – aveva un peso tutto suo. Forse è una promessa. Forse è un modo per ricordare. Forse è una forma di amore che non ha bisogno di spiegazioni.
Da fuori sembra solo una cornice di legno chiaro. Ma ogni anno, in quel piccolo momento, dentro c’è un pezzo di qualcuno. E anche se io non so chi sia, ormai fa parte del mio calendario personale. Come un appuntamento che non è mai scritto, ma che si aspetta.
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