Lavoro in una gioielleria di un centro commerciale, e oggi pomeriggio entra un signore sulla settantina, molto distinto, giacca beige, sciarpa di seta, bastone in legno. Sembrava uscito da un libro di Sciascia.
Si avvicina al bancone con aria da agente segreto e mi fa:
“Signorina, mi serve un regalo per mia moglie. Ma deve essere qualcosa che sembri costoso, senza esserlo davvero.”
Ok. Iniziamo bene. Gli faccio vedere qualche catenina in argento, orecchini graziosi ma con prezzo contenuto.
Lui le guarda, le gira, le pesa col dito. Poi si sporge e mi sussurra:
“Questa… sembra abbastanza cara. Quanto costa?”
“69 euro, signore.”
Lui si irrigidisce, si aggiusta la sciarpa come se lo avessi insultato.
“Ma è impazzita? Con 69 euro ci faccio la spesa per due settimane!”
Continua a girare per il negozio, finché nota una fedina d’oro, sottile, semplice, con incisa una frase romantica. La prende, la guarda per bene e poi mi dice:
“Questa è perfetta. Quanto costa?”
“È in promozione, 119 euro.”
Lui sbuffa, ma sembra convinto.
Tira fuori il portafogli, lo apre, guarda dentro e… rimane fermo.
Poi mi guarda.
Poi guarda l’anello.
Poi mi guarda di nuovo.
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