Ciao,
oggi ho avuto uno di quei momenti in cui vorresti dire qualcosa a voce alta… e invece lo dici dopo, con calma.
E allora ve lo scrivo.
Alla cassa c’era un signore anziano, di quelli che prima di tirare fuori i soldi devono trovare gli occhiali, poi il portafogli, poi la tessera punti.
Ci mette un po’.
Sempre.
Ma è gentile, saluta sempre, e alla fine mi sorride e dice “grazie” con quella voce da altri tempi.
Dietro di lui, in fila, c’era un tizio con l’auricolare e l’aria di chi ha fretta e vuole che lo sappiano tutti.
Batteva il piede.
Guardava l’orologio.
A un certo punto sbuffa e dice:
“Ma dai… serve un corso per pagare?”
Non gli ho detto nulla subito.
Per rispetto.
Perché il signore stava contando le monete.
E anche perché avevo paura che la voce mi uscisse troppo forte.
Poi, quando è stato il turno del tipo con la fretta, ha appoggiato le cose sul nastro come se stesse lanciando sassi.
Ha detto:
“Spero sia più veloce stavolta.”
E lì ho risposto.
Non urlando.
Solo con voce chiara.
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