L’ho fusa, modellata, ripulita.
Ho lasciato una piccola imperfezione dentro, dove nessuno guarda. Ma lui lo sa.
Dentro ci abbiamo inciso “V.”. Nient’altro. Non servono frasi.
Quando è tornato a ritirarlo, se l’è infilato al dito, ha guardato la mano e ha detto:
– “Minchia, sembra nuovo ma si sente che è lui.”
Poi ha aggiunto:
– “Mo posso andare anche in tuta, tanto ce l’ho addosso.”
E niente, fine. Nessuna lacrima. Solo un pezzo di oro tamarro diventato silenzioso. Ma pieno.
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