È entrata oggi una ragazza, verso le 18:30.
Avrà avuto poco più di vent’anni. Felpa lunga, sguardo abbassato, occhiaie non da insonnia ma da pensieri. Camminava come si cammina in un sogno: piano, in silenzio, come se sperasse che nessuno la notasse davvero.
Si è avvicinata al banco e mi ha detto:
— “Avete qualcosa per il mal di stomaco che viene quando uno è agitato?”
Le ho fatto qualche domanda, con discrezione. Le ho consigliato una tisana calmante, un prodotto a base di melissa e camomilla, niente di troppo forte.
Ma lei non ha guardato lo scaffale. Mi ha guardata me. E mi ha chiesto:
— “Ma funziona anche se uno non dice a nessuno cos’ha?”
Per un attimo ho sentito un nodo in gola. Perché quella frase… quella frase l’avevo detta anch’io, due anni fa.
Le ho risposto piano:
— “Dipende. Alcune cose si calmano con una tisana. Altre no. Alcune cose vogliono che tu le dica ad alta voce. Anche solo una volta.”
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