volevo condividere con voi il mio colloquio di oggi.
Era per un lavoro da commessa in un negozio d’abbigliamento “di medio livello”, come ha specificato la responsabile prima ancora di farmi sedere.
Sottotesto: “Non ti montare la testa, ma nemmeno presentarti come se fossi al mercato.”

Tutto bene fino a quando ha iniziato con le domande.
Non tanto cosa ho studiato, o che esperienze ho, ma robe tipo:

“Sai sorridere per ore?”
“Se una cliente ti ignora, sei capace di aspettare in silenzio senza spazientirti?”
“Se ti dicono che il prezzo è troppo alto, cosa rispondi senza sembrare scocciata?”

Poi mi ha chiesto se sono brava a piegare le maglie “alla velocità giusta, ma senza far rumore”.

Mi ha anche chiesto se ho “presenza elegante ma neutra”, che sinceramente non sapevo se fosse un complimento o un’invocazione da monaca zen.

A un certo punto, mentre lei parlava della “capacità di assorbire le lamentele delle clienti senza trasmetterle al team”, ho pensato:
ma questo è un negozio o un ritiro spirituale sotto pagamento minimo sindacale?

Alla fine mi ha detto:

“Abbiamo altre candidate, ma tu sei… interessante.”