Sabato sera, rinomato ristorante nel cuore di Milano.

Una prenotazione importante: un tavolo per 20 persone, alle 21 in punto. Lo staff si organizza, sistema la sala con cura e riserva un’intera ala del locale per accogliere il gruppo.

Alle 21:00 arrivano in 18. Nessun problema, i primi si accomodano e iniziano a chiacchierare nell’attesa. Dopo una decina di minuti, fanno il loro ingresso anche gli ultimi due ospiti. Appena varcano la soglia, gli altri 18 si alzano in piedi all’unisono e, senza alcun preavviso, cominciano a cantare a squarciagola:
“Tanti auguri a teeeee!”

Sì, è una festa a sorpresa. Per il festeggiato… e per il ristorante.

Tutti sorridono, applausi, selfie, brindisi. I camerieri, colti un po’ alla sprovvista, cercano di assecondare il clima festoso mantenendo professionalità.

Passano al momento dell’ordinazione:
5 antipasti, “da dividere fra tutti”, precisano. Uno per ogni quattro persone. Nel frattempo, però, iniziano ad aprire bottiglie su bottiglie di Franciacorta da 45€ l’una, bevendo con entusiasmo e senza risparmiarsi.

Dopo circa un’ora, tra foto, video, discorsi e brindisi, qualcuno esclama:
“Raga, ma non mangiamo? Ho ancora una fame…”

Così ordinano 5 primi, sempre “da dividere”, e continuano a brindare.