Rimango un attimo perplessa.
“Unti e scuri?”
“No!” ribatte lui, già un po’ seccato. “UNTERSCURI!”
Lo scandisce come se stesse declamando una password di sicurezza.
Cerco di riprendermi:
“…ok, Unterscuri… poi?”
Ma ormai la mia faccia è un misto di serietà professionale e voglia matta di ridere.
Lui insiste, visibilmente infastidito dal mio tentennare:
“U-N-T-E-R-S-C-U-R-I!” – con tono crescente, come se ogni lettera fosse un colpo di tamburo.
E poi la perla finale, urlata con enfasi:
“U TRATTINU BASSU!”
A quel punto, è finita. Ho dovuto silenziare il microfono per un attimo, fingendo un colpo di tosse, perché scoppiavo.
C’è chi nel tempo ha dettato mail con chiocciola scritto con la K, chi ha chiamato il punto “una pallina”, ma “Unterscuri u trattinu bassu” resta scolpito nella mia memoria come una delle dettature più teatrali mai ricevute.
Lascia un commento