«Per legge bisogna entrare nei negozi spingendo. Le porte devono aprirsi verso l’interno. Lo dico per sicurezza. E comunque lei è cafone e maleducato. Vado alla farmacia dell’altro paese.»
Sono rimasto fermo, le mani sui fianchi, il cervello che cercava una risposta adatta e la vena sulla tempia che minacciava di esplodere.
«Bravo. Legga bene anche la porta di quella farmacia prima di sfondarla, magari c’è scritto qualcosa. Magari ‘TIRARE’.»
Se n’è andato borbottando, probabilmente convinto di aver ragione lui.
È da mezz’ora che la porta vibra ancora un po’, ma tutto sommato poteva andare peggio: almeno non ha rotto il vetro.
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