1. “Oh, guarda che io lo conosco bene il proprietario, eh! Ci vado a pescare insieme, ogni tanto. Se vuoi glielo dico subito che sono passato, così vediamo se cambia qualcosa sul prezzo, capisci a me.”
(Spoiler: “lo conosco” = una volta lo ha taggato in una storia su Instagram.)
2. “Diglielo che sono io, dai… quello che veniva sempre con Marco, quello che ha il cane biondo! Dai, lui si ricorda di me. Sempre trattato bene, eh, sempre con lo sconticino al volo…”
(Il cane biondo probabilmente è più riconoscibile di lui.)
3. “Io questo posto lo conosco da quando era un magazzino. Giuro. Prima che aprisse ho pure dato una mano, ho portato delle sedie, sistemato due cose… quindi dai, su, non facciamo storie per due euro.”
(Traduzione: è passato davanti al cantiere e ha detto “buon lavoro” una volta.)
4. “Lo sai che mio cugino ha lavorato qui? Sì sì, all’inizio, nei primi tempi. Poi ha cambiato, ma si ricorda ancora di com’era. Quindi insomma, è un po’ come se fossimo di famiglia.”
(Nel CV familiare: cugino lavora → io merito trattamento speciale.)
5. “Guarda che se chiamo chi dico io… qui si muove tutto eh. Però non voglio creare problemi, per carità, sei stato gentile… però insomma, chi deve capire, capisce.”
(Minaccia passivo-aggressiva firmata Scuola Italiana di Pressione Psicologica.)
6. “A me certe cose di solito non le fate pagare. Magari oggi c’è qualcuno di nuovo, ma io vengo da una vita qui. Mi fido e mi sono sempre fidato. Mai chiesto niente, eh. Però certe cose si fanno tra clienti di vecchia data, no?”
(L’arte di passare da cliente fedele a cliente scroccone in 3 frasi.)
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