Cara Signora con l’impermeabile beige,

Le scrivo questa lettera immaginaria, mentre riordino le tutine che ha preso, ripiegato, stirato con la mano e poi rimesso a posto “perché forse torno con mio marito”.

Lei è entrata alle 9.02, prima ancora che il profumo di ammorbidente fosse evaporato dal reparto.
Mi ha guardata e ha detto:

“Cerco qualcosa che faccia comodo a mio figlio, ma anche a me.”

Non sapevo se intendesse: facile da infilare? da lavare? da non far notare?

Ha escluso il cotone perché “si stropiccia”.
Escluso la felpa perché “è sportiva”.
Escluso la lana perché “pizzica anche a pensarlo”.

Alla fine ha detto:

“Vorrei qualcosa elegante ma comodo. Tipo pigiama da cerimonia.”

Io le ho proposto una salopette con maglia a righe.
Lei:

“No, le righe danno fastidio ai neonati. Sono troppo stimolanti.”

Poi ha preso tre body identici e ha chiesto se “uno poteva diventare verde acqua”.
Magari con la forza del pensiero.

Ha provato un cappellino sulla testa del bambino, che nel frattempo cercava di mordere l’etichetta.