Lavoro per un’azienda che installa impianti fotovoltaici. Vado a fare sopralluoghi, spiego le soluzioni ai clienti, e cerco di tradurre in italiano comprensibile concetti tipo inverter, accumulo, scambio sul posto.
Una mattina arrivo a casa di questo tizio, villa enorme, cancello automatico, prato tagliato col righello. Scendo dalla macchina, mi presento con un sorriso e lui mi fa subito:
— “Spero che almeno tu sappia di cosa parli, ché ne ho già sentiti due e mi sono sembrati scappati di casa.”

Ok. Inizia bene.

Mi fa entrare ma con lo stesso atteggiamento di chi ti ospita per pietà. Ogni cosa che dico la interrompe con un “Sì, ma questo lo so già” o “Quello me lo ha detto anche l’altro venditore, quindi non mi interessa”.
A metà della spiegazione sul perché l’impianto da 6 kW proposto fosse il più adatto, mi fa:
— “Senta, tanto le dico subito: io non firmo niente con lei. Ho già deciso con un’altra azienda, volevo solo vedere se riuscivo a farmi abbassare il prezzo. È tutto un teatrino, no?”