Era il 29 ottobre e in negozio avevamo già tutto: ragnatele finte, teschi che parlano, cappelli da strega, un Dracula gonfiabile all’ingresso che ride se ci passi davanti.
Come ogni anno, i bambini entrano con gli occhi che brillano, i genitori con gli occhi che piangono (per i prezzi), e noi con i piedi doloranti ma l’anima allegra.

Verso le cinque del pomeriggio entra lui.

Vestito nero, colletto bianco, passo lento e sicuro.
Un prete.
Non uno travestito, uno vero.

Mi guarda con serietà e dice, senza neanche salutare:
“Questa festa è un’invenzione americana, un culto pagano. State educando i bambini al male.”

Rimango interdetta.

“Padre, qui vendiamo anche palloncini per battesimi e prime comunioni, se può rassicurarsi.”