Lavoro alla reception di un poliambulatorio privato. Quindi: pazienti, referti, appuntamenti, telefonate, gente che arriva due ore prima e gente che ti guarda male se deve aspettare tre minuti. Ma la scena che mi porto nel cuore è di qualche mese fa.
Ore 7.55. Il centro apre alle 8.00 spaccate.
Fuori c’è già una signora in attesa, cappotto chiuso fino al mento, borsa abbracciata come un neonato e lo sguardo di chi è pronta a partire per un’odissea.
Alle 8.01 entra, decisa.
— Buongiorno, ho un appuntamento con il dottor Grimaldi per le analisi.
Controllo.
— Mi spiace signora, ma non la trovo nel sistema. È sicura sia oggi?
Lei si irrigidisce.
— Certo che sono sicura. È il 14 marzo, no?
— … Signora, oggi è il 14 febbraio.
Pausa. Silenzio.
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