Lavoro da sei anni in un negozio stagionale che apre solo da ottobre a gennaio e vende solo decorazioni natalizie. Sì, avete letto bene: palline, lucine, gnomi, candele profumate alla cannella, renne col glitter, angioletti, presepi artigianali, Babbi Natale a grandezza naturale che suonano la tromba.
Un tripudio di Natale. Un overdose di Natale.
Il primo anno ero entusiasta. L’ultimo giorno di lavoro ho sognato Jingle Bells suonata dai tasti della cassa. Il secondo anno ero pronta. Dal terzo ho iniziato a notare le persone strane.
Quella che mi ha colpito di più è venuta lo scorso dicembre.
Sui 70 anni, vestita bene, capelli curati. Camminava piano tra le corsie e parlava sottovoce. A un certo punto prende una pallina di vetro, una di quelle in stile vintage con una campanella interna, e la tiene in mano almeno dieci minuti, senza muoversi. Le ho chiesto:
— “Vuole che gliela incarti?”
E lei:
— “No… stavo solo ricordando.”
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