Poi esplodo, ma in modo professionale, come solo chi ha fatto almeno tre corsi sulla gestione del cliente può esplodere:

“Ma anche no. Che storia è questa? Siamo su ‘Scherzi a parte’?”

Lui mantiene la calma, come se fossi io quello fuori luogo. Allungo una mano per spostare le bottiglie dalla cassa mentre con l’altra faccio segno al collega della sicurezza. Intanto blocchiamo l’uscita, perché l’aria era proprio da “sta per partire lo scatto da centometrista col Barolo”.

“La prego di lasciarmi le bottiglie e di uscire dal negozio. Non è giornata.”

E qui lui si indigna. Ma proprio si indigna col tono da accademico offeso:

“Chiedo scusa, mi sono spiegato male. A dicembre avevo acquistato tre bottiglie, ma sapevano di tappo. E quindi, per correttezza, oggi vi ho riportato i tappi. Così potete contestare al fornitore. E io prendo tre bottiglie in sostituzione.”

Silenzio.
Io:
“Capisco. E le bottiglie difettose?”
Lui:
“Ah no, quelle le ho bevute. Sapevano di tappo, ma non si spreca nulla.”