Lavoro in un magazzino di elettrodomestici da sette anni. Non è quel tipo di lavoro che ti dà gloria, ma ti dà un sacco di aneddoti. Alcuni li racconti per ridere, altri ti servono per ricordarti perché certe mattine ti fermi al bar e prendi un secondo caffè solo per affrontare la giornata.
Quello che vi racconto oggi riguarda il signor “Tuttofare”, come lo abbiamo soprannominato in reparto. Un tipo sulla cinquantina, camicia a maniche corte con le penne nel taschino e uno sguardo da “non mi freghi”. Doveva ritirare una lavatrice prenotata online, niente di che. Arriva con la sua Panda scassata, e già qui capisco che dovremo litigare con lo spazio. Ma niente, sereno. Gli chiediamo il documento, controlliamo il codice. Tutto ok.
Quando gli portiamo fuori la lavatrice, lo vedo che fa una smorfia. Gli chiedo se c’è qualcosa che non va. E lui, con tono da ingegnere della NASA in vacanza:
“Non mi convince il cavo di alimentazione. È corto.”
Gli spiego che è standard, come su tutte le lavatrici. Mi risponde:
“Sì ma nella mia casa ho preso le misure e secondo me non basta.”
Aggiunge che una vera azienda fornirebbe un cavo a lunghezza personalizzata.
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