Respiro. Sorrido. Gli spiego che può semplicemente comprare una prolunga da dieci euro.
“No. Io voglio il prodotto perfetto.”
E comincia a toccare la guarnizione dell’oblò come se stesse valutando un’opera d’arte.
“La plastica qui… non è troppo molle?”
Ribatto che è gomma, non plastica. Progettata apposta.
Lui mi guarda come se avessi appena bestemmiato.
E allora capisco che oggi sarà lunga.
Fa il giro della lavatrice, tocca tutto. Il filtro, le rotelle, il pannello di controllo. A un certo punto si mette a schiacciare i tasti come se dovessero rispondergli.
“Non si accende.”
Gli ricordo che siamo in un piazzale, senza corrente.
“Dovreste avere un generatore, in Germania lo fanno.”
In Germania magari. Ma qui c’ho la pausa tra 15 minuti e un collega col muletto che mi fa segni disperati perché c’è un’altra consegna da caricare.
Alla fine gli dico: “Signore, il prodotto è nuovo, ha la garanzia, se qualcosa non va ce ne occupiamo. Ma non possiamo tenerla qui mezza giornata per provarla. Se vuole possiamo rimandarla indietro.”
Commenti recenti