Io lavoro da cinque anni in un noto negozio di elettronica, quelli grandi, con le luci fredde e i clienti che entrano già arrabbiati. Vendiamo di tutto: cuffie, TV, lavatrici, droni, termometri smart e, se li ascolti, anche la felicità.

Ma il punto non è cosa vendi, è cosa ti chiedono. Tipo ieri.

Arriva un signore, sui 60, occhiali da sole in negozio (già un segnale), e si fionda direttamente sul banco smartphone. Guarda me, poi guarda il telefono esposto.
“Vorrei vedere questo modello.”
“Certo, è il nuovo OneTech X20. Vuole provarlo?”
“Provarlo? Ma guarda che io ci lavoro con questi affari.”
Mi fa un cenno come a dire “spostati” e inizia a schiacciare lo schermo con l’indice teso, come se volesse bucarlo. Niente. Il telefono è in modalità demo.
“Allora? È rotto?”
“No signore, è in esposizione. La modalità demo ha funzioni limitate.”
“Ho detto che ci lavoro, capito? Questo telefono non va. E guarda che schiaccio bene.”
E continua a premere con più forza. Una scena tra il wrestling e l’aromaterapia.
A un certo punto si gira e mi fa:
“Sai qual è il problema? Che siete tutti giovani e pensate che la tecnologia sia solo velocità. Questo coso è lento. Troppo lento.”