Lavorare in erboristeria vuol dire camminare sempre sul confine tra scienza, suggestione e suggestioni vendute a 19,90 euro. E va bene così: si ascolta, si consiglia, si cerca di non farsi venire un’ulcera leggendo certe recensioni.
Ma oggi non vi parlo dei clienti. No. Vi parlo del fornitore nuovo. Uno che arriva, si presenta con la giacca di lino grezzo e i pantaloni alla pescatora (in ottobre), e mi dice:
“Ciao, sono Leandro. Portatore di benessere.”
Già lì ho avuto un brivido, ma ho aspettato. Ha aperto la sua valigetta, che sembrava più un bauletto di un artista di strada, e ha iniziato a estrarre boccette, sacchetti con rune disegnate a mano e un foglio spiegazzato con la scritta ‘Prezzi flessibili in base all’energia del posto’.
Mi fa annusare un miscuglio di fiori e radici, dicendo:
“Questa tisana è per bilanciare il tuo chakra della responsabilità fiscale.”
Io gli ho detto che i miei chakra li tiene a bada il commercialista, ma niente, lui era partito in quarta.
Alla fine tira fuori un barattolino di polvere verde. Mi fa:
“Questo lo vendiamo tantissimo. È un adattogeno bio-energetico spirituale. Attiva l’intuito e disinfiamma i pensieri.”
Controllo l’etichetta: contiene alga spirulina, origano e… scaglie di pirite.
Pirite. Il “falso oro”.
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