Quando le ho dato il resto, ha preso una delle monete da due euro, l’ha guardata, poi me l’ha lasciata sul bancone e mi ha detto:

“Questa è per lei.
Non per la vendita, per la cura.
Che oggi mi ha fatto bene.”

E io, per un attimo, ho avuto la sensazione di aver venduto qualcosa che non era in vetrina.

Chiudo il cassetto.
Mi resta una tazza piena di silenzi buoni.
E una storia che spero resti intera anche domani.