Allora.
Io non dico che serva una laurea per capire come funziona una gelateria.
Ma oggi ho davvero raggiunto il mio limite, giuro.
Arriva lei, 40 e qualcosa, occhiali a specchio, tacco 12 sulle mattonelle roventi, figlia al seguito vestita da principessa, e già capisci che sei spacciata.
“Scusi, ma il pistacchio è pistacchio pistacchio o pistacchio colorato?”
Cosa vuol dire. Sul serio. COSA vuol dire.
Cerco di spiegarle che è fatto con pistacchi veri, senza aromi artificiali.
E lei mi guarda tipo CSI al microscopio e fa:
“Perché una volta ho mangiato un pistacchio che sapeva di vaniglia.”
Ma allora era vaniglia con l’autostima.
Poi, sempre lei, chiede:
“E questo mango? È mango vero o mango da barattolo?”
Le dico che è fatto con mango fresco.
“Ah, quindi niente zuccheri?”
Signora… è GELATO. È DOLCE. Funziona così da qualche secolo, sa?
Ma la vera chicca arriva quando la figlia, che nel frattempo ha messo un dito in TUTTE le vaschette, decide che vuole “quello blu”.
Che non è un gusto. È UN COLORE.
La madre fa:
“Ma il puffo è puffo tipo chimico? Perché io con i coloranti ho un problema.”
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