Appunto mentale – turno del pomeriggio, ore 17:42
(che poi ho deciso di mandarvi perché forse rende l’idea meglio di mille racconti)
Cliente entra furioso.
Tiene in mano una padella da 28 cm come fosse un trofeo da guerra.
Mi chiama, non chiede: “È lei il responsabile?”
Affermo.
Parte la raffica.
“L’ho usata DUE VOLTE e si è già rovinata. È una truffa. Le faccio una recensione negativa.”
Chiedo:
“Posso chiederle come l’ha lavata?”
Mi guarda come se avessi chiesto la sua password bancaria.
“Come si lava una padella? Con la paglietta e l’aceto. Come faceva mia nonna.”
Gli spiego che no, non si usano le pagliette sulle antiaderenti.
Non si fanno bollire le padelle con l’aceto.
E che la nonna – con tutto il rispetto – usava la ghisa nuda, non il rivestimento effetto pietra.
“Quindi la colpa è mia?”
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