Stamattina sono andato a sistemare un giardino condominiale in centro, una roba semplice: due ore di taglio siepi, un po’ di diserbo sul vialetto, solita manutenzione. Uno di quei lavori che fai quasi in automatico.
Arrivo, scarico gli attrezzi, metto le cuffie antirumore e inizio. Dopo neanche dieci minuti, sento qualcosa alle spalle. Mi giro e c’è un signore in ciabatte e vestaglia che mi osserva in silenzio dal balcone del primo piano. Occhiali tondi, capelli radi, sguardo da ispettore Colombo.
Dopo un po’ mi fa:
“Lei sta tagliando la siepe storta.”
Io guardo la siepe. Dritta come una spada laser. Ma lui insiste.
“Lo vede l’angolo? Sta andando giù. Lì c’era un nido.”
(spoiler: il nido era di cartone. Era di Natale. Con una renna.)
Io sorrido, educato, e gli spiego che sto seguendo la linea del muro come riferimento, come sempre. Lui sparisce dentro casa.
Dieci minuti dopo… torna. Stavolta col binocolo.
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