Oggi è venuto un ragazzo, avrà avuto poco più di vent’anni. Timido, camicia stirata male, voce impastata dall’agitazione.
Mi dice che vuole un anello per la sua ragazza. Ma non “un anello qualsiasi”.
“Una cosa che dica tutto. Che dica che lei è tutto. Ma senza sembrare che me la tiri troppo, ecco.”
Gli faccio vedere qualche modello, niente di eccessivo, ma con un bel taglio. Lui li guarda tutti con l’intensità di chi sta scegliendo un’alleanza galattica.
Poi si blocca su uno, oro bianco, linea semplice, pietra discreta.
“Questo. Però… quanto costa davvero? Cioè, se lo togliamo da quella luce lì… fa la stessa figura?”
E lì mi è scappato da ridere. Non per lui. Ma perché mi sono rivisto vent’anni fa, stesso banco, stessi dubbi, stessa domanda fatta al mio vecchio capo.
Gli ho spiegato che sì, certo, la luce aiuta. Ma il gesto, il pensiero, la cura che ci ha messo nel venire qui a scegliere… brillano più di qualsiasi rifrazione ottica.
Alla fine l’ha preso. Non ha voluto la confezione troppo “festa”, solo un fiocco sobrio.
Mentre usciva, ha detto sottovoce:
“Spero che dica abbastanza.”
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