Notte lunga, come tutte.
Ma c’è una cosa che ogni tanto succede e che ti resta addosso, tipo disinfettante sotto le unghie.
Sono in reparto, turno tranquillo per ora. Passo a controllare una paziente anziana, una di quelle che da giorni non parla più. Occhi persi, mani aggrappate alle lenzuola. Respira piano, regolare, ma sembra lontanissima.
Mi piego per sistemarle il cuscino, le do un’occhiata, le sfioro il braccio e mi parte un automatico:
“Va tutto bene, signora Maria, ci sono io.”
E lei, senza aprire gli occhi, sussurra:
“Lo so. L’ho sentita arrivare. Come fa sempre.”
Resto un attimo fermo. Mi si pianta un gelo nello stomaco e insieme un caldo strano alla gola.
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