Premettiamo gli orari di apertura della mia lavanderia:
dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 19:30
al sabato dalle 9:00 alle 13:00.
Al sabato facciamo solo consegna e ritiro capi, non si lava e non si stira.

E’ un sabato normale, sono le 13.05. Ammetto di aver chiuso la porta di ingresso alle 12:55 perchè mi ero recata nel retro per raccogliere della biancheria stesa la sera prima ed essendo sola non volevo rischiare di trovarmi persone in negozio. Quando si è soli al sabato meglio raccogliere la biancheria a fine turno, quando la gente normale dovrebbe essere a pranzo, piuttosto che a inizio turno, quando è più facile che sia in giro e potrebbero venire a ritirare o consegnare.

Come detto, sono le 13:05 e ho quasi terminato di preparare il lavoro per la mia dipendente per lunedì mattina, la porta di ingresso è già chiusa. Sento un colpo alla porta, non bussare, proprio un colpo, mi giro e vedo una signora che spinge con forza la porta che ovviamente fa resistenza; la fisso e mi avvicino al pulsante del tiro, mentre lei si rende conto che forse è chiusa e solo al quel punto si ferma e legge i nostri orari di apertura. Dò il tiro e lei entra, nemmeno dice buongiorno, tanto quello abbiamo capito che è un optional.

“Non sapevo chiudeste alle 13:00.”
“Si sono i nostri orari, comunque da lunedì a venerdì siamo aperti tutto il giorno.”
“Lo lavate questo vestito.”
Mi mostra la foto di un abito tempestato di strass.
“Mi scusi, ma questo tipo di abito avrei bisogno di vederlo per capire che tipo di strass sono e come sono attac…”
(Manco mi dà il tempo di finire la frase.)
“Gli strass sono attaccati a pressione calda, il tessuto è rayion.”
“Comunque signora devo vederlo.”
Tendo a non fidarmi mai della parola di una sconosciuta.

“Quanto prende per questo abito?”
“Guardi, il minimo parte da 15 Euro. Come le ho detto, mi riservo di vederlo, perchè non faccio preventivi senza prima vedere il capo.”
Al prezzo noto una smorfia sul volto della signora, e come dice una nota pubblicità, “allora fattelo tu”.
“Sa, io devo spedirlo lunedì mattina.”
Nella mia testa parte uno stic***i grande come una casa.

“Signora, non so cosa e dirle sono in chiusura, anzi sono già in ritardo.”
“Ma io non sapevo che oggi chiudevate alle 13:00.”
“Non so che dirle signora, ma non può essere un mio problema. Gli orari oltre ad essere affissi sulla porta, li trova sulla pagina Facebook della lavanderia ed anche su quella di Google.”
Nella mia testa: eventualmente me li tatuo anche sulle chiappe se non ti sono chiari.
“Ma non è che me lo puoi fare per questa sera? Daiiii?”
(E lo sapevo che volevi venire a parare qui, mica sono scema sai.)
“Signora, guardi se lo vuole per questa sera il prezzo passa da 15 euro a 100. Il tempo di doverla aspettare perché vada a casa a prendere il vestito e portarmelo, il dover accendere quella lavatrice, che tiene 20chili di abiti, per lavare i sui 200grammi di vestito di elettricità e percloro ne consuma tanto, me lo dovrà pagare lei ovviamente. Devo mandare in pressione il ferro da stiro ed ovviamente riscaldare la caldaia per stirarle l’abito, tutta elettricità che non posso ammortizzare con altri abiti e che quindi dovrà pagarmi lei. Poi aggiungiamo l’appuntamento dal parrucchiere che dovrò annullare per fare il suo vestito, anche quella tinta, quel taglio e quella messa in piega mancati dovrà pagarmi.”

E’ uscita dal negozio senza nemmeno salutare, ma non sapete che goduria è stata. Ho richiuso la porta, terminato il mio lavoro e poi sono andata a casa per pranzare con i miei 3 uomini.