Non c’è luogo come una lavanderia per osservare l’umanità in tutte le sue sfumature.
C’è la signora col piumone di Hello Kitty che pesa 4,7 kg netti, ma ogni volta lo definisce “una copertina leggera”. C’è il tipo che lava tutto a 90 gradi perché “così muoiono anche i peccati”.
E poi ci sono gli studenti. Ah, gli studenti. Entrano con buste di plastica ereditate da coinquilini passati e si aggirano spaesati come dentro un laboratorio nucleare.
Un giorno un ragazzo, non più di vent’anni, guarda il pannello dei programmi, si gratta la testa e poi mi fa:
“Scusi, ma se metto tutto insieme, viene fuori un colore unico, vero?”
Gli spiego come evitare un’ecatombe di calzini rosa. Lui annuisce, tutto convinto, poi mi guarda e chiede:
“Ma i jeans vanno con le cose blu o sono una categoria a parte?”
Alla fine ha deciso di dividere per “cose che puzzano poco” e “cose che puzzano molto”.
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