Ai tempi del coronavirus, la situazione è strana.
È un nemico invisibile che ha creato paure reali e paure a livello psichico. Il mio lavoro è particolare, sono un operatore del 112 NUE, il numero unico emergenza, che risponde alle chiamate dirette alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco e all’emergenza sanitaria (112-113-115-118).


Guardandoci tra noi colleghi, con il volto coperto dalla mascherina, spuntano fuori solo occhi cerchiati di blu e viola. Siamo stanchi, esausti a livello mentale, la mole di lavoro è tanta. Sentiamo parlare solo di coronavirus sia durante il lavoro che a casa. Ne abbiamo quasi la nausea come quando da piccoli si esagerava a mangiare troppo un alimento che adoravamo fino a detestarlo.

La gente chiama spaventata e noi cerchiamo di dare forza con la voce, far il nostro lavoro, ma anche rassicurarli. Tra colleghi ci facciamo forza a vicenda, ci incoraggiamo, supportiamo, ci sfoghiamo. Speriamo che questo periodo passi. Che la gente comprenda che deve rinunciare a qualcosa ora per il bene di tutti in futuro.

Siamo stanchi. Ma combattiamo e combatteremo, lo dobbiamo non solo a noi ma ad amici, parenti, conoscenti, estranei e soprattutto a chi è in prima linea come OSS, infermieri, medici, ecc…

E, personalmente, voglio approfittarne per fare un sentito ringraziamento a chi lavora a contatto diretto con il pubblico in questi tempi che fan così paura.